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FASE 2, PRONTI A COSTRUIRE IL FUTURO DEL COMPARTO

Ci siamo. La Fase 2 è ormai vicina e il comparto della mozzarella di bufala campana DOP è pronto a raccogliere le nuove sfide al tempo del coronavirus. In realtà, nessun allevatore e nessun caseificio si è mai fermato, ma tutti hanno continuato a lavorare con sacrificio e nel rispetto delle nuove norme.

Ora la Fase 2 dà speranza al settore. Ripartiamo con la consapevolezza dei gravi danni che stiamo subendo dal calo delle vendite e dalla chiusura di alcuni canali di vendita. Ma ripartiamo anche dalla consapevolezza della grande forza che esprime sui territori la bufala DOP, a partire dalla Campania.

Il peso economico del comparto incide per l’1,4% sul PIL totale delle due province tradizionalmente vocate, ovvero Caserta e Salerno. Un’eccellenza in grado di trainare la Campania e la provincia di Caserta nel settore delle IG (Indicazioni Geografiche), un mercato del valore complessivo stimato di 16,2 miliardi di euro (2018) con una produzione certificata DOP e IGP che cresce del +6,0% rispetto all’anno precedente. La mozzarella di bufala campana DOP si è confermata il terzo formaggio italiano (quarto prodotto DOP in Italia) per valore in assoluto, così come certificato dal nuovo Rapporto Ismea-Qualivita, il tradizionale report elaborato dalla Fondazione Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP, IGP, STG e che analizza i più importanti fenomeni socio-economici del comparto della qualità alimentare certificata.

Un comparto pronto ad essere protagonista del futuro prossimo. A partire dallo sblocco in Campania, lunedì 27 aprile, delle attività di delivery, che consentono il ritorno al lavoro in particolare di ristoranti e pizzerie, seppure solo nella modalità della consegna a domicilio. La crisi del canale HORECA è quella che più di tutti ha provocato danni al comparto. Questo segmento di mercato da solo nel 2019 ha rappresentato circa il 23% delle vendite di mozzarella DOP, in un crescendo costante (+2,1% sul 2018). Una svolta importante, dunque, anche dal punto di vista simbolico.

«Delivery» è una delle parole che sempre più farà parte anche del nostro nuovo vocabolario. Molti caseifici già si sono attrezzati con le consegne a domicilio, che piacciono agli italiani. In un’indagine condotta dal Centro Studi della Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, il 40% dei ristoratori segnala una crescita della domanda di food delivery. E, anche se solo il 5,4% delle imprese della ristorazione tradizionale era già attrezzato, un ulteriore 10,4% si è subito attivato.

Il piatto più richiesto resta la pizza, con ben il 68% delle preferenze.

Bufala campana DOP e pizza sono indissolubilmente legati e questo ci fa ben sperare per la ripresa dei consumi.

Siamo pronti a ricostruire il futuro, con lo stesso impegno di sempre.


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